L’analisi tiene conto delle principali osservazioni realizzate dai centri studi istituzionali, letti a partire dall’esigenza di comprendere l’impatto sociale e le esigenze di intervento sul versante del lavoro e del capitale sociale. Secondo due scenari elaborati dal CERVED la Sardegna perderà circa il 9% della produzione nella migliore delle ipotesi e il 22,5% nella peggiore. Se si proietta questo scenario sull’occupazione ipotizzando tra il 10% e il 20% di persone che perdono il lavoro o non vengono assunte l dato che emerge è imponente. Se perdessero il lavoro il 10% di questi andremo a circa 25.000 disoccupati ma i dati ASPAL dicono che ci siamo già; se andiamo al 20% come percentuale di perdita del lavoro, tra lavoratori autonomi, lavoratori non tutelati e lavoratori dipendenti di aziende private che non sono ripartite andremo a 50.000 disoccupati e, con le loro famiglie a oltre 120.000 persone che entrerebbero nella fascia della povertà, ingrossandole fila dei 167.000 poveri assoluti già presenti in Sardegna.